Che sono grandi e preoccupanti. Anzi, è grande e preoccupante. Perché è uno solo: Lui.
Io non posso ancora passare tutte le mie giornate parlando di Lui/pensando a Lui/arrabbiandomi a causa di Lui/ringraziare di essere al mondo perché c'è Lui/incolpare Lui di tutte le cose che succedono come se fosse colpa sua. Non è nemmeno più un amore. E' un'abitudine! Le tappe obbligate della giornata. Se non ci penso in quei determinati momenti mi sento come se mi stesse venendo un attacco d'asma. Sono proprio scema. Sono stata lontana dalla pagina bianca e vuota per un po', perché avevo le crisi di ispirazione e sono tornata a scrivere più minchiate di prima.
Non so cosa scriverò in questo blog. Forse è il caso che io chiuda tutto e faccia finta di non saper prendere nemmeno la penna in mano. Oppure vuoterò il sacco, dicendo tutte le paure che ho, di come l'angoscia spesso arriva per afferrarmi, per farmi odiare il mio futuro, per non farmi essere contenta di quello che ho già e desiderare sempre di più. Vorrei vuotare il sacco sugli ultimi tre anni, su come sono cambiata, su come tutto è cambiato anche se sembra che sia rimasto lo stesso. Ma poi, questa non è la realtà, scrivere non è sentire. Scrivere non è vivere.
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